Fairwatch/WTO Niente accordo neanche oggi

“Dear all, The negotiations are still on going. The closing session will take place tomorrow. We will not be briefiNairobi Malmstromng but we will be available if you have questions. Please note that the NGO Centre will closed tomorrow”. Così l’ufficio della WTO addetto alle ONG ha comunicato che nemmeno oggi, quando i negoziati della Conferenza Ministeriale della WTO in corso dal 15 Dicembre a Nairobi dovevano essere chiusi da ore per lasciare spazio alla usuale, sontuosa cerimonia di chiusura, si è arrivati a una conclusione dei negoziati dell’Organizzazione mondiale del commercio. Continue reading

Ginevra, canzone triste per la Wto

La conferenza stampa di costatazione del collasso

La conferenza stampa di costatazione del collasso

di Monica Di Sisto*

Sovranità alimentare e commercio internazionale non parlano la stessa lingua, e quando tenti di difendere la prima, devi per forza rinunciare a sparare cassette e derrate a casaccio per il mondo e ricominciare a parlare di regole vincolanti per tutti. E’ questa la conclusione prevedibile – almeno per chi scrive – che si deve trarre dall’ennesimo collasso annunciato dell’Organizzazione mondiale del commercio. Continue reading

Diritti del lavoro? L’Europa batta un colpo nel trattato EU-Korea

L’accordo di liberalizzazione commerciale tra Europa e Korea viene spesso vantato dalla Commissione Ue come profondamente innovativo perché prevede, al Capitolo 13 (EU-Korea sust dev chapter 13 annex EN), un’intera sezione dedicata allo Sviluppo sostenibile e ad un meccanismo di monitoraggio dell’impatto delle liberalizzazioni su di esso, con la partecipazione di sindacati e imprese europei e coreani.

Il primo test significativo per il suo effettivo funzionamento ci si presenta ora, quando il Gruppo Consultivo di parte europea (DAG), per la prima volta, scrive al Commissario al Commercio la Letter to Mr Karel De Gucht _ Art 13- Korea -FTA per chiedere conto dei mancati passi avanti dalla Korea in materia di tutela dei diritti dei lavoratori.

Il governo della Repubblica di Corea si è assunto una serie di impegni con l’UE rispetto al cap. 13 che comprendono , fra gli altri , “rispettare , promuovere e realizzare , nelle loro leggi e pratiche , i principi riguardanti i diritti fondamentali”, come stabilito nella Dichiarazione dell’OIL sui principi e i diritti fondamentali nel lavoro , nonché a “fare costanti e sostenuti sforzi per ratificare le convenzioni fondamentali dell’OIL , nonché le altre convenzioni che sono classificati come ‘ up-to- date’ dall’OIL” (art. 13.4.3 ) .

Il DAG ha tenuto conto delle conclusioni della seconda riunione del Forum della Società Civile nell’ambito dell’accordo di libero scambio UE-Corea , che si è tenuto a Seoul , il 12-13 settembre 2013, e che ha discusso a lungo un parere sui diritti fondamentali al lavoro adottato dal DAG UE nel maggio 2013 (CES746-2013_00_01_TRA_TCD_en) . Nel documento si partiva dalla denuncia di casi conclamati di violazione dei diritti sindacali – contro il Korean Government Employees Union (KGEU), la Trade Union (MTU), il Korean Teachers’ Union (KTU) ma anche di singoli lavoratori, minori e schiavi, anche in filiere in teoria più formalizzate come quelle della multimazionale Hyundai Motor.
Si terminava, poi, con delle richieste riecheggiate nella lettera a De Gutch:
• si chiede al governo coreano di implementare le misure necessarie e rimuovere gli ostacoli per consentire la ratifica delle rimanenti Convenzioni fondamentali dell’OIL , ossia la convenzione n 87 sulla libertà sindacale e la protezione del diritto sindacale, Convenzione n °98 sul diritto di organizzazione e contrattazione collettiva, la Convenzione n° 29 sul lavoro forzato e la convenzione n°105 sull’abolizione del lavoro forzato che la Corea non ha ancora ratificato ;
• è del parere che la promozione e il consolidamento del dialogo sociale faciliterà la creazione delle pre-condizioni per la ratifica di queste quattro convenzioni e contribuiranno anche a garantire la piena attuazione delle Convenzioni fondamentali dell’OIL sia in Corea che l’UE;
• raccomanda , per quanto riguarda la questione del lavoro forzato, modifiche del regime di prigionia;
• sollecita sia la Corea sia gli Stati membri UE a garantire la piena attuazione delle Convenzioni fondamentali dell’OIL che sono già state ratificate. Si chiede anche di essere informati sui casi di mancato rispetto delle Linee Guida dell’OCSE destinate alle imprese multinazionali di Corea e dell’UE.

Dall’udienza che la Commissione riserverà a questa azione e dalla conseguente implementazione pratica di misure conseguenti, potremo misurare l’effettiva efficacia dell’art. 13 come strumento di monitoraggio degli impatti nell’ambito degli accordi di libero scambio, ma soprattutto la volontà politica dell’esecutivo europeo di utilizzarlo davvero come uno strumento per la diffusione dei principi chiave dello sviluppo sostenibile.

TTIP e diritto alla salute: la preoccupazione dei sindacati

European Trade Union Confederation

In una lettera indirizzata al commissario europeo al Commercio, Karel De Gucht, e al negoziatore statunitense Michael Froman, l’ European Trade Union Confederation (ETUC), l’American Federation of Labor and Congress of Industrial Organizations (AFL-CIO) e l’International Trade Union Confederation (ICTU) hanno espresso le loro preoccupazioni rispetto al fatto che l’accordo Transatlantico sul commercio e gli investimenti USA-UE (TTIP/TAFTA) e l’omologo accordo USA-Trans-Pacifico (TPA) “impatteranno pesantemente sui sistemi sanitari nazionali e aumenteranno i costi a carico dei pazienti”. Continue reading

TTIP USA-UE: economisti sfatano il mito della ricchezza che verrà

european union stars

european union stars (Photo credit: notarim)

“Il premio per un’intera generazione”, ma anche “Il pacchetto di stimolo più a buon prezzo che potremmo immaginare”: la Commissione europea ha definito in questo modo altisonante i presunti risultati economici per il continente che verranno generati, a loro giudizio, dal nuovo trattato di liberalizzazione commerciale Usa-Ue che dovrebbe – nei loro auspici – essere approvato entro il prossimo anno. Ma alcuni economisti, a scrutare nelle pieghe delle valutazioni d’impatto prodotte dalla Commissione stessa, cominciano a trovare le prime smagliature di un certo peso.  Continue reading

Lo strano ruolo del Parlamento Europeo a Bali

di Monica Di Sisto/Fairwatch

BarrosoUna delegazione di parlamentari europei ha partecipato alla ministeriale della Wto di Bali nell’ambito della quale, come di tradizione, si è tenuto un forum parallelo aperto ai rappresentanti eletti dei Paesi membri e dell’Unione Europea. In questo quadro, nella Conferenza stampa che si è tenuta alla fine dell’evento, da un lato i Parlamentari hanno partecipato allo stesso blame game contro l’India, alimentato dalla Commissione europea, senza premere la Commissione perché si assumesse alcuna responsabilità sulla rigidità con cui sono stati affrontati il sensibile tema delle flessibilità in agricoltura e quello del peso economico delle misure di Facilitazione del commercio sui Paesi più poveri.

La posizione più incomprensibile, però, si è manifestata in un’intervista concessa dal presidente della Commissione parlamentare INTA Vital Moreira al magazine americano Inside U.S. Trade. Continue reading

Considerazioni sul Tavolo di Confronto con il Governo italiano

di Leopoldo Tartaglia/CGIL

WTO Public Forum 2010

WTO Public Forum 2010 (Photo credit: World Trade Organization)

Su convocazione del MISE, si è svolta il 22 novembre scorso una breve riunione del “Coordinamento sul negoziato multilaterale di Doha (DDA)”

Il Coordinamento è un tavolo istituito dall’allora Ministro Fassino in vista della ministeriale di Seattle del 1999 e dovrebbe consentire l’informazione e la consultazione, da parte del governo, delle parti sociali e della società civile sull’andamento del negoziato commerciale multilaterale.

Le vicende dei governi italiani e lo stallo negoziale del Round di Doha hanno fatto sì che il tavolo non si riunisse da lungo tempo, accentuando la dissimetria informativa e di partecipazione tra le organizzazioni imprenditoriali – spesso convocate dal governo e informate puntualmente sugli andamenti dei negoziati – e i sindacati e le organizzazioni della società civile, che non trovano altre occasioni per poter far sentire la propria voce su questi temi.

L’argomento è stato sollevato, in apertura di riunione, dalla CGIL e dall’Osservatorio sul commercio internazionale TRADE GAME (CGIL, Arci-Arcs, FairWatch, Legambiente), che hanno chiesto una maggiore frequenza di convocazione del tavolo multilaterale e l’apertura di analoghi tavoli sui negoziati bilaterali e plurilaterali, in particolare sul TTIP tra Ue e Usa, giunto al suo secondo incontro negoziale (il prossimo si terrà nella terza settimana di dicembre).
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L’Europa trova i soldi per aiutare il commercio. L’Italia no

Europa in het nauw

Europa nella bufera

L’Europa, nonostante la crisi che colpisce numerosi suoi Paesi membri, si conferma il principale sostenitore globale del programma di Aiuti al Commercio promosso da Ocse e Wto, di cui l’8 luglio scorso sono stati presentati i risultati a Ginevra. I dati contenuti nel Rapporto Aid for trade at a Glance 2013 mostrano, infatti, che l’Europa ha destinato all’Aid for trade 9,5 miliardi di dollari, cioe’ il 32% dell’ammontare globale.
I commissari europei allo sviluppo, Andris Piebalgs, e al commercio, Karel De Gucht, presenti a Ginevra al lancio dei dati, sottolineano che ”dal 2008 l’Europa e’ il principale donatore di fondi per la facilitazione al commercio, assicurando da sola il 59% dei fondi, mentre gli impegni rispetto all’assistenza al commercio e’ cresciuta del 7,9% nel 2011 rispetto alla rilevazione precedente (2002-2005), raggiungendo i 2,8 miliardi di dollari, rispetto ad un obiettivo d’impegno di 2 miliardi”. Continue reading

TTIP: No all’accordo USA-UE plasmato sugli interessi delle imprese

Nonostante lo scandalo delle attività spionistiche della NSA statunitense nei confronti delle istituzioni dei Paesi europei, l’appello a fermare i negoziati di liberalizzazione commerciale tra le du sponde dell’oceano è rimasto inascoltata.
Oggi, Lunedì 8 luglio a washington parte il primo ciclo di negoziati sul Transatlantic Trade and Investment Agreement (TTIP, oppure TAFTA).
Con una Lettera aperta al presidente Usa Obama, al presidente della Commissione UE  Barroso e al presidente del Consiglio d’Europa Van Rompuy, oltre 60 organizzazioni della società civile di Stati Uniti e Usa, tra cui l’italiana Tradewatch, hanno manifestato le loro preoccupazioni sul contenuto del negoziato e sull’uso di condurre le trattative a porte chiuse, in nome della protezione del segreto commerciale e a dispetto della partecipazione democratica dei cittadini alla difesa dei propri diritti.

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